sabato 29 giugno 2019

Scontrino digitale al via dal 1 luglio. Ecco le novità per commercianti e clienti

Da lunedì prossimo, 1 luglio, il vecchio scontrino fiscale andrà in pensione dopo 36 anni di "servizio". La ricevuta cartacea verrà infatti sostituita da una scontrino digitale. Dal punto di vista del consumatore finale non cambia nulla, per i commercianti invece cambia eccome.

Come funziona la scontrino digitale

Lo scontrino digitale apre infatti un canale diretto con l'Agenzia delle entrate, alla quale verranno trasferiti i dati di tutte le transazioni effettuate. Una specie di Grande Fratello che controllerà ogni operazione che viene fatta, e la mette a registro. In teoria questo strumento dovrebbe dare una forte spallata al fenomeno della evasione fiscale, rappresentando un passo in avanti nella trasparenza delle transazioni e nella semplificazione già avviata con la fattura digitale. Presso l'Agenzia delle Entrate giungerà un flusso enorme di dati, potenzialmente utili per scovare eventuali evasori.

La spesa a carico dei commercianti

I commercianti dovranno subire anche un onere economico per questa novità. Infatti dovranno sostituire o aggiornare i registratori di cassa, e ciò comporterà una spesa tra 800 e 1000 euro. In cambio verrà loro concesso un credito d’imposta del 50%, entro la soglia massima di 250 euro (50 euro nel caso di ammodernamento di una vecchia macchina).

Non tutti i commercianti però saranno interessati dalla novità dello scontrino digitale. Riguarderà per il momento circa 200mila esercenti con un giro d'affari superiore ai 400mila euro. Entro fine anno però tutti (2 milioni di attività) dovranno adeguarsi alla grossa novità. Saranno escluse alcune categorie: giornalai, tabaccai, venditori di prodotti agricoli e di servizi di telecomunicazione, aziende di trasporto pubblico (in cui titolo di viaggio e scontrino coincidono).

Cliente e scontrino digitale

Come detto, il cliente finale non cambierà nulla delle proprie abitudini. Il vecchio scontrino verrà sostituito dal nuovo in formato cartaceo e digitale, che potrà essere ricevuto eventualmente anche via mail, e potrà essere utilizzato a fini di garanzie e detrazioni. Inoltre, con il nuovo documento elettronico, i clienti inizieranno a familiarizzare con una ricevuta che diventerà un tassello fondamentale della lotteria dei corrispettivi che partirà all’ inizio del prossimo anno.

giovedì 27 giugno 2019

Banca di Praga in frenata sulle strette monetarie

Tra gli appuntamenti di politica monetaria di questa settimana, mercoledì c'è stato anche quello con la Ceska Narodni Banka (CNB), ovvero la Banca di Praga. 

La frenata della Banca di Praga

L'istituto ha deciso - con voto di 6 consiglieri su 7 - di lasciare invariati i tassi di interesse al 2%. Un consigliere ha invece votato per un rialzo del costo del denaro di 25 punti base. Ricrodiamo che la Banca di Praga (CNB) ha effettuato ben 5 strette monetarie nel corso del 2018, mentre un altro ritocco è avvenuto nel meeting di maggio. Va detto che proprio in quella occasione, l'istituto centrale di Praga preanunciò che si sarebbe preso una pausa nel ciclo restrittivo. Detto fatto, quindi.

La motivazione alla base di questa frenata l'ha fornita il Governatore Jiri Rusnok. Secondo quanto ha dichiarato, le previsioni della Banca di Praga sono coerenti con la stabilità dei tassi di interesse fino alla metà del 2020. Va precisato che Rusnok non ha accantonato l'ipotesi che - in caso di scenari negativi - si possa arrivare finanche a tagliare i tassi.

Annotazione tecnica: è importante cercare di scovare sempre figure note, come ad esempio il morning star evening star pattern.

I fattori di rischio, la FED e la BCE

I fattori di pericolo individuati dalla Banca di Praga riguardano l'evoluzione dello scenario economico internazionale, in special modo riguardo alla Germania (primo partner commerciale). Ma contanto anche il rallentamento dell'economia ceca e anche quello (previsto) dell'inflazione. Inoltre la stabilità dei tassi della CNB si giustifica anche con l'approccio accomodante di politica monetaria negli Stati Uniti e nell'area dell'euro.

A tal proposito, proprio l'atteggiamento dovish di FED e BCE sta spingendo al rialzo la Corona Ceca, che da un mesetto circa sta guadagnando quota sia contro il dollaro che contro l'euro. La coppia USDCZK viaggia verso quota 22,37, la coppia EURCZK è al livello 25,430 (suggeriamo di usare una strategie candele heikin ashi). L'orientamento accomodante di FED e BCE sta infatti rendendo più attraenti le valute di interesse superiore dei mercati emergenti, tra cui la corona ceca.

martedì 25 giugno 2019

Valute asiatiche sugli scudi, il Baht ai massimi di 6 anni

L'ottimismo circa l'evoluzione dei colloqui tra Trump e Xi Jinping, ha riacceso un po' di appetito al rischio da parte degli investitori, finendo per dare una piccola spinta al rialzo alle valute asiatiche.

La corsa delle valute asiatiche

I due presidenti si vedranno al G20 in programma in Giappone sul finire di questa settimana. Il mondo economico guarda con estremo interesse a questo appuntamento, giacché potrebbe segnare una attesissima svolta dopo mesi di alta tensione sul fronte commerciale tra le due superpotenze. Per il momento il dialogo tra il vice premier cinese Liu He, il rappresentante degli Stati Uniti per il commercio Robert Lighthizer e il segretario al tesoro Steven Mnuchin ha avuto un certo seguito nei mercati, dopo la rottura di maggio.

Bath ai massimi di 6 anni

Come detto, questo rinnovato ottimismo ha spinto la maggior parte delle valute asiatiche al rialzo, e adesso i migliori segnali di trading gratis sicuri premiano tutti le valute emergenti in generale. Il baht thailandese è salito quasi dello 0,4% sul dollaro USA (quinta sessione di fila in rialzo), raggiungendo il massimo in 6 anni, nonostante una lettura della produzione industriale più debole del previsto. La Rupia indonesiana guadagna lo 0,2% dopo che la più grande economia del sud-est asiatico ha registrato un surplus commerciale a sorpresa a maggio. La rupia indiana e il Won sudcoreano hanno entrambi guadagnato circa lo 0,1%.

Bisogna evidenziare che una spinta alle valute asiatiche l'ha data anche la debolezza del dollaro, innescata dalla Federal Reserve. La banca centrale infatti ormai è certo che taglierà i tassi di interesse, forse già nel meeting di luglio. Chi conosce che cos'è il forex fx trading, sa benissimo quanto conti questo aspetto.

Yuan cinese in calo

Va in controtendenza invece lo yuan cinese, che ha proseguito la sua discesa (tre sessioni di fila) dopo che la scorsa settimana era stata la migliore in più di tre mesi. Ma va detto che lo yuan è tra le valute asistiche, quella direttamente coinvolta nei colloqui del G20, per cui i trader rimangono tiepidi in questi giorni in attesa di conoscere l'evoluzione degli eventi.

domenica 23 giugno 2019

Criptovalute, il lancio di Libra ha riportato euforia nel settore

Facebook ha ridato linfa al settore delle criptovalute, spingendo la quotazione di Bitcoin là dove non arrivava da circa 15 mesi. I Tori sembrano ormai essere di nuovo in pieno controllo del mercato.

La marcia delle criptovalute

La valuta digitale più famosa al mondo è tornata a sfondare il muro dei 10mila dollari (spingendosi a dire il vero anche oltre gli 11 mila), con grossi balzi compiuti nel giro di pochissimi giorni. L'indicatore Zig Zag trading è impazzito negli ultimi giorni. La marcia è così spedita che alcuni già sognano un ritorno verso quota 20mila dollari, come accaduto all'apice di boom delle criptovalute dicembre 2017. Magari evitando quello accaduto in seguito, quando crollò nel giro fino a 3.100 esattamente un anno dopo (dicembre 2018).

La spinta di Facebook e Libra

Ad incidere su questo improvviso scatto, secondo gli analisti è stato l'annuncio da parte di Facebook del prossimo lancio della propria criptovaluta, Libra. Questo ha finito per diffondere un enorme entusiasmo nell'intero comparto. Infatti non è stato solo Bitcoin a spingere sull'acceleratore. La capitalizzazione dell’intero settore delle criptovalute sta schizzando in alto, con Ethereum, Ripple, Litecoin e tutte le principali crypto che segnano importanti rialzi.

E' aumentata nel frattempo la richiesta di informazioni su quale broker forex scegliere, perché aumenta il numero di coloro che vogliono fare investimenti sulle valute digitali.

Cosa significa l'arrivo di Libra per il settore

L'introduzione di Libra è un passo importantissimo per il settore delle criptovalute, dal momento che la diffusione planetaria di Facebook potrebbe portare a una sempre più massiccia familiarizzazione con gli asset virtuali, aprendo così la strada a miliardi di nuovi utenti. Potrebbe quindi essere davvero stata spianata la strada a quella rivoluzione criptomonetaria che molti auspicano da tempo.
Anche per questo motivo, Libra è già diventata oggetto di attenzioni da parte delle Authority USA. Il problema di fondo rimane infatti sempre lo stesso: il pericolo di un utilizzo poco trasparente e le numerose questioni legate alla privacy.

giovedì 20 giugno 2019

Lavoro, l'industria della birra ha creato 4mila posti in due anni

Il lavoro spesso si trova dove meno lo si va a cercare. La dimostrazione arriva dall'industria della birra, che in due anni ha creato il 5% di posti in più.

Lavoro e settore birraio

Nel periodo che va dal 2015 al 2017, i nuovi posti di lavoro del settore sono aumentati di 4.400 unità, marcando una netta differenza rispetto a quanto accaduto a livello nazionale. Infatti nell'intero paese (e nello stesso arco di tempo) l'occupazione in Italia è cresciuta di circa il 2%, mentre nell'industria birraia è arrivata a oltre il doppio. La crescita dell'occupazione riflette il boom del settore. Il numero di birrifici presenti nel nostro paese è giunto a 870 unità, offrendo 2,47 miliardi di euro di stipendi. Inoltre l'occupazione in questo settore sembra essere abbastanza stabile, visto che il 50% dei dipendenti ha più di 10 anni di anzianità.

Professioni ricercate ed emergenti

A questo bisogna aggiungere anche un altro importante aspetto. Ci sono diverse professioni emergenti nel settore, nonché percorsi di formazione e opportunità lavorative, come ha evidenziato uno studio realizzato da Althesys per conto della Fondazione Birra Moretti.

Cinque occasioni di lavoro

Il settore cerca soprattutto alcune posizioni di lavoro importanti. Anzitutto un "tecnologo della birra", una figura evoluta di mastro birraio che unisce le competenze di un ingegnere chimico con quelle di un tecnologo alimentare. Le sue capacità servono infatti ad assicurare la qualità costante nel tempo dei processi produttivi e del prodotto finito. Ma le aziende birraie cercano anche "commerce specialist", cioè dei commerciali specializzati nel settore, in grado di creare delle vere e proprie partnership con il cliente.

Sono ambiti pure "brand ambassador", che conoscono benissimo la birra e i suoi processi produttivi e sono una via di mezzo tra un tecnico della birra e un venditore. Altra figura lavorativa molto ricercata è il "beer specialist", che supporta la forza vendita delle imprese della distribuzione e il "sommelier della birra", figura responsabile di tutte le bevande e spiriti.

martedì 18 giugno 2019

Tasso di interesse, si va verso un nuovo taglio in Australia

La RBA australiana potrebbe presto ritoccare di nuovo il tasso di interesse. Questo emerge dai verbali dell'ultimo meeting di politica monetaria della banca centrale australiana. Il meeting è stato tenuto a inizio giugno, e in quel caso dopo tre anni di attesa, venne tagliato il costo del denaro fino all'1,25%, minimo storico.

Cosa accade al tasso di interesse in Australia

L'Australia quindi sembra avviarsi a un nuovo ritocco, giustificato dai policy maker con la necessità di riportare l'inflazione nel target range del 2-3%. La Reserve Bank of Australia (RBA) spiega che le prospettive ottimistiche circa l'andamento dell'economia, sono anche frutto della previsione di un movimento del tasso di interesse in risposta al percorso implicito dai prezzi di mercato. Ragion per cui, se questi ultimi si muovono al ribasso allora sarà necessaria una riduzione dei tassi prima della fine dell'anno.

L'ipotesi Quantitative Easing

Ma non ci parla solo del delicato tema del tasso di interesse nei verbali della RBA. L'ipotesi che sta prendendo consistenza infatti, è quella di un intervento di acquisto titoli, ovvero un programma di allentamento quantitativo (Quantitative Easing) come fatto da Stati Uniti, Regno Unito ed Europa negli ultimi anni.

Consigli operativi: qui viene illustrata la strategia bande di Bollinger e stocastico, che può essere utile nelle sessioni di trading.

Dollaro australiano in discesa

Dopo la lettura dei verbali della RBA, i mercati hanno penalizzato il dollaro australiano. L'ipotesi di un taglio del tasso di interesse, ma ancora di più del QE infatti danneggerebbe il dollaro australiano, molto sensibile ai flussi di capitale che a loro volta seguono i rendimenti. Sulle migliori piattaforme trading online autorizzati si vede che la coppia AUDUSD è scivolata ad un minimo di 5 mesi e mazzo a quota 0,6833.

Adesso i mercati sono concentrati sul meeting della Federal Reserve, in tema di politica monetaria. Il dollaro australiano infatti potrebbe respirare una boccata di ossigeno, anche nel caso in cui la RBA dovesse tagliare il tasso di interesse, se la Federal Reserve dovesse farlo a sua volta prima che l'anno finisca.

sabato 15 giugno 2019

Liquidazione o salvataggio? L'incubo per Alitalia non è ancora finito

La vicenda Alitalia si sta trascinando avanti da tantissimo tempo, ma la luce in fondo al tunnel ancora non si vede. Non è ancora scongiurato il pericolo di liquidazione, anche se si sta provando l'impossibile per giungere al salvataggio della compagnia.

Alitalia, proroga per evitare la liquidazione

L'ultimo atto di questa storia è la proroga per l’offerta di Fs. E non è mica la prima volta che succede, è la quarta. Stavolta il termine ultimo è stato portato fino al 15 luglio. Questo prendere tempo da un lato tiene vive le speranze, ma dall'altro non rassicura affatto i lavoratori. I sindacati sono molto preoccupati perché l'incubo liquidazione non è scongiurato, e hanno ottenuto un nuovo incontro - il prossimo 3 luglio - al ministero dello Sviluppo con il ministero del Lavoro e quello delle Infrastrutture, la regione Lazio e i tre commissari Alitalia.

La situazione resta delicatissima. Anche se negli ultimi tempi Alitalia ha visto aumentare il traffico e le perdite si sono ridotte, ogni giorno se ne vanno in fumo circa 700mila euro. Alla fine di maggio i soldi in casa si erano assottigliati a 476 milioni, e continuano a scendere. Il Governo ha lanciato un'altra scialuppa di salvataggio sotto forma di blocco degli interessi (145 milioni) sul prestito ponte da 900 milioni concesso dallo Stato.

L'offerta di Lotito rimane l'unica

La convinzione che ci sarebbero state molte offerte per la nostra compagnia di bandiera, è svanita di fronte alla dura realtà. Finora malgrado numerosi tentativi di coinvolgere questi e quelli, l'unica offerta formalizzata è stata quella di Claudio Lotito, patron della Lazio. Ma ci sono forti dubbi (da parte di FS, Delta e la Lega) sulla sua solidità finanziaria. Gli altri nomi che sono stati accostati ad Alitalia finora rimangono ombre: la famiglia Toto, Atlantia, il fondo QuattroR, ecc ecc.

Sullo sfondo di questa delicata situazione, rimane l'incubo liquidazione. Se l'operazione di salvataggio non riuscirà ad andare in porto, Alitalia dovrà portare i libri in tribunale.

giovedì 13 giugno 2019

Inflazione americana debole, si avvicina il taglio dei tassi FED

I dati sull'inflazione americana non hanno smosso più di tanto il dollaro. Nonostante sia stato un report più deludente delle previsioni, gli investitori hanno reagito in modo molto blando.

I dati sull'inflazione americana

Resta il fatto che i dati sui prezzi al consumo hanno evidenziato ancora una volta che l'economia americana sta viaggiando col freno a mano tirato. Quasi tutti i dati sull'inflazione sono infatti stati al di sotto delle aspettative. Il Bureau of Labor Statistics ha evidenziato infatti che i prezzi al consumo sono aumentati dello 0,1% a maggio, molto meno dello 0,3% previsto. Anche il dato "core", ovvero depurato di cibo ed energia, ha avuto un incremento flebile: +0,1% contro lo 0,2% stimato. Il dato annuale evidenzia un livello del 2% per l'inflazione americana.

Come detto, la reazione dei mercati ai report sull'inflazione americana è stata molto debole (cosa peraltro insolita). Come abbiamo visto sulle piattaforme di trading online migliori, la coppia euro-dollaro è infatti inizialmente è salita a 1,1350, ma questo sprint è durato decisamente poco, poi s'è innescata una discesa fin verso quota 1,1300.

Dollaro poco mosso

Perché non c'è stata reazione? Probabilmente per due ragioni. Anzitutto i dati deboli sull'inflazione erano previsti, ma poi nei giorni scorsi il dollaro era già stato penalizzato dai Non Farm Payrolls peggiori del previsto, e dalle crescenti possibilità che la FED operi una svolta espansiva nei prossimi mesi. Analizzando i dati infatti, si può cogliere come il Dollar Index sia sceso lunedì scorso a 96.459, livello più basso dalla fine di marzo (l'index si sta muovendo dentro i forex rettangoli di continuazione inversione).

Se i dati sull'inflazione americana un effetto l'hanno avuto questo è stato sulle possibilità di un taglio dei tassi da parte della Federal Reserve. Adesso questa possibilità viene valutata al 65% (taglio dei tassi a luglio), mentre fino a martedì era del 60%.

martedì 11 giugno 2019

Costi per emissioni, gli USA fanno causa alle multinazionali dell'energia

I costi per fare fronte alle numerose cause legali nella quelli sono coinvolte, potrebbero significare un conto molto salato per le compagnie energetiche che si avvalgono di combustibili fossili.

Costi e cause legali

A riferire di questo problema è stato il Financial times, che ha evidenziato come nell'ultimo biennio siano state intentate più di una dozzina di cause legali contro le multinazionali del petrolio, e altre sono in arrivo. Cause che comportano costi per avvocati, ma che potrebbero comportare soprattutto costi enormi per risarcimenti. Il motivo? I danni arrecati al clima, che hanno innescato nubifragi e uragani, inondazioni e incendi. Questa strategia legale è ispirata alle cause fatte contro le multinazionali del tabacco, che ha comportato costi per 206 miliardi di dollari a titolo di risarcimento a 46 Stati americani. Si ritiene infatti che i danni siano sostanzialmente simili: quelli del tabacco direttamente alle persone, quelle per le emissioni in via indiretta.

Chi ha fatto causa

Sono diverse le città e contee degli Stati dell’America che hanno collegato le emissioni di queste aziende (come Exxon, BP, ConocoPhillips, Royal Dutch Shell e Chevron) agli eventi climatici dannosi, che ricordiamo hanno comportato costi notevolissimi alla comunità, per prevenzione e per ricostruzione. Dieci di queste cause legali sono state promosse da altrettante contee, quattro da grandi città (New York, San Francisco, Oakland, Baltimora), una dallo Stato del Rhode Island, ma altre sono in arrivo dalle amministrazioni cittadine di Honolulu e Washington Dc.

C'è chi tra questi si è spinto molto avanti, arrivando a chiedere un risarcimento per problemi futuri. E' il caso del Rhode Island, che ha chiesto 3,6 miliardi di dollari per i danni alle proprietà waterfront che ci saranno da qui entro la fine del secolo, a causa dell'innalzamento del livello marino. Ma c'è chi ha incluso nel risarcimento anche i costi per la realizzazione di opere di difesa già messe in preventivo. L'esempio sono i 5 miliardi di dollari dovuti per l’innalzamento degli argini di San Francisco.

sabato 8 giugno 2019

Lavoro, i dati USA deludono i mercati. Dollaro in caduta

Per gli Stati Uniti non sono giunte indicazioni positive dal fronte macroeconomico, e in particolare dal mercato del lavoro. I dati sui Non Farm Payrolls infatti sono stati deludenti, e questo ha aumentato le probabilità che la Fed possa in futuro tagliare il costo del denaro.

Dati sul lavoro deludenti

L'ultimo report sul mercato del lavoro, ha evidenziato una netta frenata alle assunzioni. Le aziende made in Usa, probabilmente a causa del clima poco positivo che si respira ultimamente, hanno creato appena 75.000 nuovi posti di lavoro. Le aspettative erano nettamente superiori (180mila), così come superiori erano stati i dati dei report precedenti. Questi dati fanno capire che la frenata dell’attività economica (a luglio gli USA compiranno 10 anni di espansione) sta ormai toccando anche l'occupazione. La sola cosa positiva è che per il 104esimo mese consecutivo, l'occupazione americana ha registrato un dato positivo.

Se i dati sul numero di assunzioni non è stato soddisfacente, lo è stato ancora di meno quello relativo alla crescita dei salari. L'incremento mensile infatti è stato del 3,1%, meno delle attese e di quanto registrato ad aprile (3,2%). Va sottolineato che la dinamica della pressione salariale è un indicatore molto influente per le decisioni di politica monetaria della FED.

Consiglio: quando fate investimenti online, cercate sempre di capire le ragioni di una operazione. Ad esempio cosa accade quando un trader acquista un'opzione vanilla al prezzo bid ask.   

Dollaro debole sul mercato valutario

Non c'è da stupirsi quindi se i mercati hanno visto in questo report sul lavoro, un indizio in più di un possibile taglio dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve. Del resto qualche giorno fa, lo stesso presidente della banca centrale a stelle e strisce, Jerome Powell, aveva parlato in modo sibillino di questa possibilità, sia pure senza sbilanciarsi troppo. La reazione degli investitori è stata di vendere dollari. Sono scattati moltissimi ordine stop (che cos'è definizione). Il biglietto verde ha vissuto la peggiore settimana da dicembre, con l'index che è sceso a 96,671. Il biglietto verde è sceso ai minimi da due mesi e mezzo, e la coppia EURUSD è salita sopra quota 1,133.

mercoledì 5 giugno 2019

Debito eccessivo, la Commissione UE chiede la procedura di infrazione per l'Italia

Il debito eccessivo costa all'Italia una già da tempo annunciata apertura della procedura di infrazione. E' giunta puntuale la comunicazione ufficiale della Commissione Europea, che adesso passa il proprio dossier ai governi europei. Questi ultimi dovranno esprimersi riguardo all'apertura formale di una procedura contro il nostro paese. Se così fosse, diventeremmo i primi a subire tale trattamento.

Troppo debito e impegni non mantenuti

Per arrivare a un rapporto sulla situazione economica italiana, e in special modo sul debito, sono state necessarie 23 pagine. Lo scenario messo in evidenza è molto deludente, e punta il dito contro le politiche adottate dagli ultimi esecutivi. Ad essere tirato in ballo infatti non è solo l'attuale governo guidato dal premier Giuseppe Conte. Il rapporto della Commissione infatti ricorda che gli impegni di riduzione del debito sono stati falliti nel 2016 (gap stimato del 5,8%), nel 2017 (6,7%) e 2018 (7,6%). Ma lo saranno ancora di più nel 2019 (9%) e 2020 (9,2%). Il ritardo nel risanamento dei conti pubblici quindi ce lo trasciniamo da anni. Secondo al UE, occorre assolutamente limitare il nostro debito perché questo è l'impegno che ogni paese membro si è assunto per garantire la stabilità finanziaria della zona euro.

Tre ragioni per punire l'Italia 

Alla base della procedura di infrazione ci sono 3 fattori. Anzitutto il non rispetto del risanamento minimo dei conti pubblici previsto dalle regole europee. In secondo luogo il peggioramento del debito pubblico solo in parte spiegabile dal rallentamento economico del 2018. In terzo luogo un progresso limitato nell'adottare le raccomandazioni-paese dell'anno scorso, cosi come un allentamento delle riforme favorevoli alla crescita adottate in precedenza.

L'unica possibilità è negoziare

Al Governo Conte però viene data una via di uscita. Resta infatti possibile negoziare con la UE una soluzione che rimetta sui binari accettati dalla Commissione le finanze pubbliche. Già nell'autunno dell'anno scorso Bruxelles voleva aprire una procedura per debito eccessivo, ma la cosa venne scongiurata dalle misure di bilancio prese in extremis. Tra le correzioni che sarebbero adesso necessarie, secondo la Commissione ci sono la riduzione della spesa pubblica netta dello 0,1%, e un aggiustamento strutturale dello 0,6% del Pil. Il commissario Piere Moscovici ha detto: "La mia porta rimane aperta". Dal canto suo il vice presidente Dombrovskis ha sottolineato che l'Italia deve rivedere la traiettoria del debito pubblico.

lunedì 3 giugno 2019

Dollaro australiano, spunto positivo in avvio di settimana

Nonostante alcuni dati macro interni non proprio entusiasmanti, il dollaro australiano ha cominciato la settimana all'insegna del rialzo. E deve ringraziare soprattutto Donald Trump e la Cina.

Trump, la Cina e il dollaro australiano

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha minimizzato la possibilità dazi contro l'Australia, che invece settimana scorsa era stata ipotizzata dal New York Times. "La relazione con l'Australia è molto forte", ha detto Trump. Ricordiamo che il presidente USA solo pochi giorni fa ha annunciato a sorpresa un incremento dei dazi sulle importazioni di beni messicani del 5% (potrebbero salire al 25% entro ottobre), come ritorsione per questioni migratorie. L'Australia però a quanto pare non subirà trattamenti simili.

La coppia dollaro australiano-americano ha toccato un massimo di 0,6960 nelle prime ore di lunedì, a un livello visto l'ultima volta il 14 maggio. Chi adotta una strategia media mobile 200 periodi avrà inoltre notato interessanti avvicinamenti a questa linea. A sostenere il dollaro australiano c'è stato il rilascio del Cina Caixin PMI, che ha mostrato segnali di tenuta della seconda più grande economia del mondo, nonostante la recrudescenza delle tensioni commerciali. La Cina è partner privilegiato del commercio australiano, e questo spiega l'importanza di dati positivi della sua economia per l'Aussie.

Suggerimento: ci sono diverse possibilità di investimento online oltre al Forex e l'azionario, come fare trading sulle opzioni vanilla.

Dati macro PMI e meeting RBA

Sul fronte interno invece i dati macro non sono stati entusiasmanti. Nel mese di maggio l'indice Pmi manifatturiero dell'Australia si è attestato a 52,7 punti, in calo rispetto ai 54,8 di aprile. Tuttavia, si resta nella fase di espansione (oltre i 50) per il quinto mese consecutivo. Diffuso anche il PMI manifatturiero CBA-Markit, che si è attestato a 51 punti.

Domani ci sarà un appuntamento importante con la RBA - la banca centrale australiana - che si riunirà per decidere la propria politica monetaria. I mercati si aspettano un taglio di 25 punti base all'1,25%, e probabilmente hanno già prezzato questo evento.