lunedì 17 ottobre 2016

Povertà, dato choc: nei centri d'ascolto del Sud vanno più italiani che immigrati

Arriva un altro dato inquietante che riguarda l'Italia, e in particolar modo il meridione. Secondo il Rapporto 2016 sulla povertà, l'indice in Italia è aumentato, e soprattutto cresce con il diminuire dell’età. Insomma più giovani si è, più si è a rischio di entrare nella fascia povera.

Le statistiche ufficiali e i dati Caritas mettono in evidenza che non sono più gli anziani i più indigenti, ma i giovani. E' un fenomeno in netta controtendenza rispetto alle rilevazioni del passato. La fascia giovane della popolazione è quella che risente in misura maggiore degli effetti della indigenza, provocata dalla crisi e della mancanza di prospettive di occupazione. In Italia i poveri sono 4 milioni e 600 mila persone, pari a un milione e 582mila famiglie.

L'Italiano chiede più sostegno a causa della povertà

Ma c'è un altro dato che lascia sbalorditi. Nei centri di ascolto del Sud Italia, si recano in prevalenza proprio gli italiani. Anche più degli immigrati. Per la prima volta nel 2015, infatti, la Caritas ha registrato che nel Meridione la percentuale dei nostri connazionali che chiede un sostengo ha superato di gran lunga quella degli stranieri. La statistiche dice infatti che gli italiani che si sono recati nei centri di ascolto sono il 66,6%, mentre la media nazionale di richiesta che giunge da parte degli stranieri si attesta al 57,2%. quasi dieci punti percentuali in meno.

Nel Nord del paese invece le percentuali sono invertite: gli italiani bisognosi sono il 34,8% e gli stranieri il 64,5%; al Centro gli italiani sono il 36,2% e gli stranieri il 63,2%.
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Riguardo all'identikit di chi chiede sostegno, si tratta di un italiano di età media attorno ai 44 anni, prevalentemente sposato (il 47,8%). Mentre minore è la percentuale di quelli celibi o nubili (26,9%). Tra i bisogni più frequenti che hanno spinto a chiedere aiuto, ovviamente c'è la povertà economica (76,9%), seguita poi dal disagio occupazionale (57,2%). Sono molto rilevanti anche altri problemi, come quelli abitativi (25,0%) e i disagi familiari (13%).

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