mercoledì 18 dicembre 2024

Tassi di interesse, la FED taglia ma annuncia la frenata nel ciclo

Arrivano novità importanti dalla riunione di politica monetaria della Fed. Sebbene la banca centrale Usa abbia tagliato i tassi di interesse, come previsto, ha sorpreso i mercati con l'annuncio di un atteggiamento più cauto in futuro. Ciò ha innescato un brusco sell-off sul mercato azionario e la corsa del dollaro.

La decisione sui tassi di interesse

Il meeting del Federal Open Market Committee, l'organo di politica monetaria della banca centrale statunitense, si è chiuso con la scelta di abbassare i tassi di interesse di riferimento di 25 pb, portandoli tra il 4,25% e il 4,50%

E' stata la terza riduzione consecutiva effettuata quest’anno, ma il 2025 potrebbe cominciare con una pausa. Dal cosiddetto "dot plot" emerge infatti la previsione di soli due tagli dei tassi di interesse nel 2025, per un totale di 50 punti base. Fino a poco tempo fa i mercati erano orientati su tagli complessivi per 1 punto percentuale.

Secondo l'istituto centrale americano, il ritmo dei tagli dovrà essere ricalibrato alla luce dell'andamento della disoccupazione, che è relativamente stabile, e della discesa più lenta del previsto dell'inflazione. Inoltre bisogna capire ancora cosa accadrà quando entrerà in carica la nuova amministrazione Trump.

La reazione del mercato

Dopo l'annuncio da parte della FED, i mercati hanno aumentato le probabilità di una pausa nei tagli dei tassi a gennaio. E' infatti passata dall'80% all'88%. 
Questo scenario ha innescato la corsa del dollaro sul mercato valutari. Il Dollar Index è salito oltre la soglia di 108, su livelli che non si vedevano da novembre 2022. Il cambio EURUSD è invece scivolato sotto quota 104, come si può vedere sulle piattaforme degli opzioni binarie broker No ESMA.
Intanto il rendimento dei titoli del Tesoro USA a 10 anni è salito al 4,47%, chiudendo nuovamente al livello più alto da giugno.

Crolla Wall Street

La scelta della FED ha provocato un tonfo delle azioni statunitensi. L'S&P 500 e il Nasdaq 100 sono crollati rispettivamente del 2,9% e del 3,7%, mentre il Dow Jones ha perso 1.123 punti, registrando il suo decimo giorno consecutivo di perdite, la serie di perdite più lunga dal 1974.

Annotazione: su gli indici di borsa è possibile negoziare anche le opzioni vanilla, ma occorre trovare il broker giusto che le offre.

Il nuovo outlook

La banca centrale Usa ha ritoccato le proprie previsioni riguardo crescita e inflazione. Il PIL per il 2024 dovrebbe essere 2,5%, rispetto al 2% nella proiezione di settembre. L'inflazione dovrebbe essere al 2,4% per il 2024, contro 2,3% precedente. E nel 2025 dovrebbe essere ancora molto alta: 2,5% contro 2,1%.

lunedì 16 dicembre 2024

Industria del pomodoro italiano a rischio per via di clima e concorrenza

Ci sono due fattori che negli ultimi tempi stanno provocando grosse difficoltà all'industria del pomodoro italiano, uno dei comparti che rappresentano il made in Italy nel mondo. Si tratta dei problemi legati al cambiamento climatico e quelli innescati dalla feroce concorrenza (soprattutto sleale) di paesi extraeuropei.

L'importanza economica di questa industria

Quando parliamo dell'industria conserviera italiana ci riferiamo a uno dei fiori all'occhiello della nostra economia. Siamo la terza al mondo per importanza dopo Cina e Stati Uniti. Il fatturato complessivo è di circa 5,5 miliardi di euro, e la produzione italiana è pari a 5,3 milioni di tonnellate l'anno. 

A livello occupazionale l'industria del pomodoro consente di occupare 10.000 addetti fissi ed altri 25mila stagionali. In più bisogna anche aggiungere tutto il valore relativo all'indotto. Parliamo quindi di un settore chiave per la nostra economia.

La minaccia

Negli ultimi tempi però la situazione si sta facendo sempre più difficile, mettendo in gioco lo stesso futuro di questo comparto. Anzitutto il cambiamento climatico che rende sempre più difficile la produzione di pomodoro. Una situazione che viene aggravata anche dalla precaria situazione delle nostre infrastrutture idriche, che sono deficitarie.

La concorrenza cinese

Ma è soprattutto la minaccia rappresentata dalla concorrenza sleale ad essere quella più grave. Non tutti infatti rispettano le regole di sostenibilità ambientale e sociale. In particolar modo la produzione cinese, che in questo modo abbatte notevolmente i costi e invade i mercati con pomodori di dubbia qualità, che tuttavia trovano largo utilizzo per alcune passate ed ampio spazio sugli scaffali.

Non è un caso che la Cina ha incrementato la produzione di pomodoro del 31% nell'ultimo anno, e addirittura del 68% rispetto al 2022, mentre nello stesso periodo di tempo Stati Uniti e d'Italia hanno perso diversi punti percentuali di produzione. Per questo motivo da più parti si chiede che venga estesa a livello europeo l'obbligatorietà di riportare in etichetta la zona di coltivazione ed il paese di lavorazione del pomodoro utilizzato per le passate.

martedì 10 dicembre 2024

Mercati in attesa dell'inflazione USA e meeting BCE. Le Borse chiudono in chiaroscuro

Finale a tinte miste per le borse europee, dal momento che i mercati aspettano l’inflazione Usa (domani) e la riunione Bce (giovedì). Il dato sui prezzi sarà l'ultimo grande indicatore prima della riunione della Fed della prossima settimana, e una sorpresa negativa potrebbe allontanare il taglio di 25 bp attualmente scontato dai mercati.
Il giorno dopo invece si riunirà la BCE, che dovrebbe tagliare i tassi di interesse dello 0,25%.

La giornata dei mercati

A Piazza Affari l’indice Ftse Mib archivia la seduta in calo dello 0,10% a 34.524,70 punti. Sulla stessa linea, resta piatto il FTSE Italia All-Share, con chiusura su 36.750 punti.

L’indice Euro Stoxx 50 chiude le contrattazioni in ribasso dello 0,7%: poco mosso il Dax tedesco (+0,1%), calano il Cac40 francese (1,1%) e l’Ibex35 spagnolo (-0,4%).

I numeri di Piazza Affari

Alla chiusura della seduta odierna, il controvalore degli scambi risulta pari a 2,17 miliardi di euro, in ribasso (-18,01%), rispetto a lunedì. I volumi scambiati sono passati da 0,51 miliardi di azioni della seduta precedente a 0,51 miliardi.

Riguardo ai singoli titoli, i mercati premiano Banco BPM, in rialzo dell'1,22%. Bene anche Banca MPS, che segna un piccolo aumento dell'1,17%.
Giornata positiva anche per Stellantis +0,97%.
Le peggiori performance, invece, si sono registrate su Brunello Cucinelli, che ha chiuso a -1,32% disegnando una Dragonfly doji candlestick.

Gli altri mercati

Sul Forex si riprende la scena il dollaro, con l’euro che riavvolge il nastro fino a 1,05, con un andamento che negli ultimi tempi sta facendo felice chi sa come fare scalping Forex. Fra le criptovalute, il Bitcoin scivola a 95.000 dollari.

Fra le materie prime è in frazionale progresso il petrolio: il greggio texano prezza 68,80 dollari al barile e il Brent a 72,44 dollari. L'oro sale a 2.689,8 dollari l'oncia, con un aumento dell'1,09%, in scia ai rischi geopolitici in Medio Oriente legati agli ultimi avvenimenti in Siria.
Sull’obbligazionario, lo spread Btp-Bund si mantiene in area 108 punti base, con il decennale italiano al 3,2% e il benchmark tedesco al 2,12%.

domenica 8 dicembre 2024

Debito statunitense, una montagna che continua a crescere

Prima e dopo l'elezione di Donald Trump, uno degli argomenti più dibattuti dagli economisti riguarda lo scenario che si prospetta per il debito statunitense. Il suo andamento già crescente potrebbe ulteriormente impennarsi con la seconda presidenza del tycoon.

I numeri spaventosi sul debito statunitense

La dimensione del debito statunitense è impressionante. Parliamo di una cifra superiore ai 36 trilioni di dollari, ossia 36000 miliardi di dollari. 

La cosa ancora più preoccupante è la progressione della crescita di questa cifra, che 11 mesi fa superava i 34 trilioni di dollari, secondo i dati forniti dal Dipartimento del Tesoro statunitense. Nel giro di un anno quindi il debito nazionale a stelle e strisce è aumentato di 2000 miliardi di dollari, malgrado nello stesso periodo di tempo il prodotto interno lordo sia stato di gran lunga superiore alla media degli ultimi 15 anni.

Indebitamento e crescita economica

L'economia quindi cresce ma non è sufficiente ad assorbire l'enorme indebitamento americano. Questo è probabilmente il dato più sorprendente, visto che solitamente in tempi di congiuntura favorevole il debito dovrebbe diminuire. Al tempo stesso questo scenario è molto preoccupante

Bisogna infatti chiedersi che cosa accadrebbe all'enorme montagna di debito statunitense nel caso in cui l'economia cominciasse a frenare, se non addirittura entrasse in recessione (con conseguente calo delle entrate fiscali e aumento delle spese).

La composizione del debito a stelle e strisce

Dei 36 trilioni di dollari di debito, 7 trilioni e mezzo di dollari sono detenuti dei fondi pensione del governo federale, nel fondo fiduciario di previdenza sociale e in altri conti governativi interni. In pratica sono fuori dal mercato finanziario.

La gran parte invece, poco più di 28 trilioni, è nelle mani del pubblico, perché distribuita in conti negli Stati Uniti o nel resto del mondo, nelle banche, nelle compagnie di assicurazioni, nelle banche centrali e nei conti di intermediazione. Si può dire che il mondo intero ha le mani sul debito americano. Per questo motivo è lecito chiedersi che cosa accadrebbe se gli Stati Uniti affrontassero una crisi come quella del 2007-2009, e quali conseguenze si avrebbero sull'intero panorama finanziario globale.

martedì 3 dicembre 2024

Mercato azionario tonico, nuovo record per il DAX tedesco

L'Europa delle Borse accelera nel finale grazie anche all'apertura tonica di Wall Street, dopo una seduta volatile a causa della crisi politica francese e delle minacce di Trump ai BRICS. Nei prossimi giorni, il mercato azionario metterà il focus sul job report statunitense di venerdì, quando uscirà anche la lettura finale del Pil dell’eurozona del terzo trimestre.

Il bilancio della giornata sul mercato azionario

A Piazza Affari, il Ftse Mib chiude in rialzo dello 0,2% a 33.483 punti. Resta invece piatto il FTSE Italia All-Share, con chiusura su 35.638 punti. Leggermente negativo il FTSE Italia Mid Cap (-0,47%); consolida i livelli della vigilia il FTSE Italia Star (-0,16%).

L’indice Euro Stoxx 50 chiude le contrattazioni in rialzo dello 0,9%. Nel resto del continente Londra +0,3%, Francoforte +1,57% (con l'indice DAX che fissa un nuovo record storico), Parigi +0,1% e Madrid +0,8%.

Molti di questi indici del mercato azionario possono essere negoziati sulle piattaforme trading gratis.

I numeri di Piazza Affari

A Milano il controvalore degli scambi sul mercato azionario è stato pari a 2,81 miliardi di euro, con un incremento del 35,92% rispetto a venerdì. I volumi scambiati sono passati da 0,45 miliardi di azioni della seduta precedente a 0,5 miliardi di azioni.

Tra i titoli del giorno svetta Nexi, in progresso del 5,50%. Bene anche Campari, in rialzo del 2,36%. Giornata positiva anche per Generali Assicurazioni, +1,70%.
Colpa invece a picco Stellantis (-6,3%) dopo le dimissioni del Ceo Tavares per divergenze con il cda.
Seduta negativa anche per Italgas, -2,11% ed ERG, -1,92%. Scivola Telecom Italia, -1,63%.

Gli altri mercati

Sul mercato valutario, il cambio euro/dollaro si indebolisce ancora sotto quota 1,05 con pattern di continuazione trading che però fanno immaginare ancora un trend discendente. La moneta unica sotto pressione per il potenziale crollo del governo francese, mentre il dollaro/yen arretra a 149,2.

Tra le materie prime, il petrolio resta fermo in attesa della riunione del 5 dicembre dell’Opec+.
Retrocede di poco lo spread, che raggiunge quota +117 punti base, mostrando un piccolo calo di 2 punti base, mentre il rendimento del BTP a 10 anni si attesta al 3,26%.

giovedì 28 novembre 2024

Economia globale, dall'Asia emerge il ruolo sempre più importante dell'ASEAN

Quando si parla di economia asiatica, i primi paesi che vengono in mente sono Cina, Russia e Giappone. Ma negli ultimi anni c'è una vasta area asiatica che sta crescendo sempre più rapidamente, così come la sua influenza nello scacchiere globale.

I paesi ASEAN nell'economia

La macro-area ASEAN ricomprende una serie di paesi del sud-est asiatico che spesso sono stati dipinti come sfavoriti a livello geopolitico ed economico. Sono Brunei, Cambogia, Indonesia, Laos, Malesia, Myanmar, Filippine, Singapore, Thailandia e Vietnam. Quest'area coinvolge oltre 680 milioni di persone, e progressivamente si sta affermando come attore cruciale nel configurare stabilità regionale e per la crescita dell'economia.

Negli ultimi due decenni, questa regione ha marciato con un tasso di crescita del Pil di circa il 5% all’anno, facendo nettamente meglio di molte altre parti del mondo. Il Pil complessivo dell'ASEAN supera i 3mila miliardi di dollari (qui trovi un dettaglio del GDP dei paesi nel mondo).

Investimenti stranieri in crescita

La cosa più importante è che non si tratta più di un blocco regionale, bensì di una zona di interesse internazionale. Lo dimostra il fatto che gli investimenti diretti esteri (IDE) verso la regione sono stati più di 174 miliardi di dollari solo nel 2022. Molte multinazionali stanno infatti cercando di ridurre l’eccessiva dipendenza dalla Cina, espandendo la propria produzione nei Paesi vicini.
Già questo spiega perché secondo molti osservatori economici, questa zona è considerata come forza emergente sulla scena globale.

Perché è cresciuto l'interesse verso l'ASEAN

La spinta propulsiva di questa crescita è legata alla posizione strategica che questi paesi hanno lungo le rotte commerciali globali, e al fatto che la loro economia si caratterizza da costi del lavoro relativamente bassi. Inoltre, la popolazione giovane e in crescita dell’ASEAN (neppure 30 anni di media) rappresenta una significativa opportunità per i mercati, che si contrappone all’invecchiamento della popolazione di economie sviluppate.

Uno dei driver di crescita più promettenti per l'economia dell’ASEAN è la trasformazione digitale. Si prevede che l’economia digitale della regione supererà i 300 miliardi di dollari entro il 2025, grazie alla maggiore penetrazione di Internet. Proprio a tal fine, i governi stanno sostenendo importanti investimenti in infrastrutture digitali, reti 5G e città intelligenti.

lunedì 25 novembre 2024

Mercati finanziari, settimana "corta" per via del giorno del Ringraziamento

Sarà una settimana particolare per i mercati finanziari, dal momento che giovedì negli USA sarà il giorno del Ringraziamento, e anche venerdì Wall Street lavorerà a mezzo servizio. Tuttavia, non mancheranno spunti importanti per gli investitori.

Appuntamenti USA per i mercati finanziari

Negli USA il fulcro saranno i verbali dell'ultima riunione del Fomc, i dati sull'inflazione e la seconda stima del PIL del terzo trimestre. Il rapporto PCE dovrebbe mostrare un aumento dello 0,2%, come quello di settembre, con il PCE core stabile allo 0,3%.
La crescita economica del terzo trimestre dovrebbe essere al 2,8%. Saranno tutti report importanti per i mercati finanziari, al fine di capire quali mosse intende fare la FED a dicembre.

La prospettiva di una banca centrale più cauta sui tagli del costo del denaro, ha spinto l’indice del dollaro oltre 107,5, il livello più alto da oltre due anni (su questo asset si possono sfruttare anche opzioni vanilla broker.

Europa e Asia

In Europa verranno pubblicati i report preliminari sull’inflazione di novembre in diversi Paesi e anche nell'Area Euro. Si prevede che ci sarà una crescita per il secondo mese consecutivo, al 2,4%. Occhio anche all'indice Ifo tedesco sulla fiducia delle imprese.

In Asia, il Giappone rivelerà le vendite al dettaglio, la produzione industriale, il tasso di disoccupazione, i nuovi progetti immobiliari e i dati sulla fiducia dei consumatori. In India il PIL del terzo trimestre dovrebbe evidenziare una frenata.

NB. Certe notizie macroeconomiche sono utili per chi intende seguire una strategia scalping rsi 5 periodi.

Banche centrali

Sono attese decisioni sui tassi di interesse in Corea del Sud e Nuova Zelanda, La BoK dovrebbe mantenere invariato il suo tasso di interesse, mentre si prevede che la RBNZ effettuerà un altro taglio dei tassi nella riunione finale dell'anno. I mercati stanno scontando una riduzione di 50 punti base del tasso di interesse della RBNZ al 4,25%.

Nel frattempo, il dollaro neozelandese ha esteso il suo calo fino a circa 0,584 USD, scendendo al livello più basso in oltre un anno, gravato proprio dalle aspettative di allentamento della politica da parte della Reserve Bank of New Zealand.

mercoledì 20 novembre 2024

Prezzo dell'olio d'oliva, si prevede uno shock nei prossimi mesi

Nell'ultimo biennio c'è stata una forte crisi produttiva nelle campagne olearie, che hanno contribuito a far impennare i prezzi dell'olio d'oliva, in particolare quello dell'extravergine. Ma a giudicare dalle previsioni degli esperti, nei prossimi mesi le cose potrebbero drasticamente cambiare.

Previsioni produttive ed effetti sul prezzo dell'olio d'oliva

La nuova campagna olearia in Spagna - dove si è avvertita in special modo una forte crisi produttiva - dovrebbe tornare a livelli regolari, come quelli che c'erano fino a qualche anno fa. 

Al tempo stesso si prevede che in altri paesi chiave ci dovrebbe essere una forte ripresa. La conseguenza è che l'offerta di mercato è destinata a crescere notevolmente, con inevitabili conseguenze ribassiste sul prezzo dell'olio d'oliva.

Si tratta di uno scenario che alimenta forti preoccupazioni per l'intero comparto, dal momento che l'olio d'oliva italiano è di grande qualità ma anche di maggior prezzo. Se questi ultimi dovessero calare in maniera forte sul mercato, è plausibile che si ridurranno notevolmente le vendite di uno dei nostri prodotti alimentari di eccellenza.

Alcuni numeri

La previsione per la campagna olearia del 2024-2025 dovrebbe vedere la Spagna collocarsi attorno a 1,2-1,3 milioni di tonnellate, quasi il doppio rispetto alle 700 mila dell'ultimo biennio. Sul mercato tornerà Inoltre anche l'olio prodotto in Turchia, circa 350.000 tonnellate, dopo la fine dello stop imposto da Ankara alle esportazioni per via della carenza di prodotto sul mercato interno. Da Tunisia e Grecia arriveranno rispettivamente 300mila e 250mila tonnellate. La produzione italiana invece dovrebbe arrivare sulle 200mila tonnellate, rendendoci così il quinto produttore mondiale.

Del prezzo

Quali conseguenze avrà tutto questo sul prezzo dell'olio d'oliva? Potrebbe ampliarsi la forbice tra quello italiano, che a ottobre raggiungeva i 9,17 euro, e quello degli altri paesi. In Spagna era precipitato a 6,8 euro, mentre in Grecia e Tunisia superava di poco i 7 euro. Ma verso la fine della campagna di raccolta questa forbice potrebbe aumentare ulteriormente

Nonostante ci sia stato un rimbalzo nei consumi di olio (dopo la frenata provocata dal forte rialzo dei prezzi), i produttori italiani potrebbero perdere quote di mercato a beneficio degli olii di provenienza straniera.

giovedì 14 novembre 2024

Vendita azioni MPS, il ministero dell'Economia incassa 1,1 miliardi di euro

Lo Stato italiano ha proceduto ad una nuova vendita di azioni di Monte Paschi Siena, ricavandone oltre un miliardo di euro. L'operazione ha portato il Ministero delle Finanze a liberarsi di un altro 15% del capitale azionario dell'istituto.

Le ragioni di questa vendita

Banca MPS è l'istituto più antico del mondo, visto che venne fondata nel 1472. Dopo una serie di vicissitudini abbastanza pesanti, lo Stato italiano intervenne per salvarla nel 2017, tramite una ricapitalizzazione precauzionale, autorizzata da Bruxelles.

Tuttavia l'impegno preso con l'UE era di procedere alla vendita di gran parte della sua partecipazione entro la fine del 2024. Per questo motivo negli ultimi tempi lo Stato ha effettuato tre operazioni di collocamento di azioni sul mercato, che hanno portato profitti per circa 2,7 miliardi di euro.

NB. Il titolo MPS può essere oggetto di acquisti e vendite anche sui Consob broker autorizzati per fare trading online.

I dettagli dell'operazione

L'ultima operazione (Accelerated bookbuilding) è stata rivolta a investitori italiani ed esteri, come ha dichiarato il dicastero di Via XX Settembre in un comunicato. La vendita ha riguardato azioni equivalenti al 15% del capitale sociale di Banca Monte Paschi di Siena, per un importo di circa 1,1 miliardi di euro (ognuna è stata venduta a 5,792 euro). La partecipazione dello Stato si riduce così all'11,7% del capitale sociale della banca.

Inizialmente il ministero aveva pensato a un collocamento del 7%, ma l’operazione si è poi chiusa con la vendita del 15% perché la domanda è stata oltre il doppio dell’offerta.

La reazione del mercato

La vendita da parte dello Stato ha messo le ali al titolo di Banca MPS, che ha guadagnato oltre il 13,8% in mattinata (facendo breakout da un testa e spalle rovesciato). Avanza anche Banco BPM BAMI (+3,7%), che ha acquistato azioni MPS pari al 5% del capitale. L’istituto milanese ha però precisato che non vuole presentare alle autorità competenti l’istanza autorizzativa per superare la soglia del 10% dell’istituto senese.

martedì 12 novembre 2024

Industria del gaming sempre più ricca. Il giro d'affari salirà oltre 500 miliardi

Tutti i numeri confermano che l'industria del gaming continua a crescere, tanto in Italia quanto a livello globale. Crescono i giocatori, crescono le piattaforme, cresce il giro d'affari, che secondo una recente indagine potrebbe arrivare a cifre iperboliche nei prossimi anni.

I numeri dell'industria del gaming

Un'analisi condotta da Klecha & Co, una investment bank europea specializzata nei settori tech, mostra che il mercato nel 2022 valeva 336 miliardi di dollari, ma nel 2027 potrebbe superare i 500 miliardi. Il numero di giocatori ha raggiunto i 3,2 miliardi, la metà dei quali in Asia, e dovrebbe salire a 3,5 entro la fine del prossimi anno. 

Ciò che ha maggiormente influito sulla crescita del settore del gaming è l’espansione del mobile gaming, grazie a smartphone sempre più potenti e alla diffusione delle reti 5G.

In Italia

Anche in Italia l'industria del gaming vanta numeri impressionanti. Il giro d’affari del mercato di videogiochi ha superato i 2,3 miliardi di euro, con una crescita superiore al 5% rispetto allo scorso anno (contro i poco meno di 1,8 dell’ultimo anno prepandemico, il 2019). I 2,3 miliardi di euro contengono sia il valore delle vendite di software - i videogiochi propriamente detti - sia la componente hardware.

Il nostro Paese è uno dei cinque mercati più importanti in Europa per l'industria del gaming. Da noi ci sono circa 13 milioni di giocatori. In pratica, gioca un individuo su tre che rientra tra i 6 e i 64 anni. A giocare sono soprattutto giovani tra i 15 e i 24 anni e adulti tra i 45 e i 65: queste due fasce di età coprono da sole il 49% della comunità dei videogiocatori italiani.

Prospettive enormi

Va detto che l'industria dei videogiochi ha un panorama di offerte enorme, e potenzialmente illimitato. Grandi aziende e sviluppatori indipendenti immettono di continuo titoli per milioni di giocatori. E per molti i videogames sono molto di più di un passatempo

Questo vale in particolar modo per i “serious gaming” (il loro valore di mercato è 8-10 miliardi di dollari), ossia quei giochi che prevedono simulazioni reali molto complesse, come in ambito sanitario, militare e aerospaziale.
Il livello di realtà raggiunto da queste simulazioni è tale che vengono utilizzate anche dalle forze armate (eclatante è l'utilizzo di Fortnite da parte dell'esercito UK), come piattaforma di reclutamento o addestramento.

martedì 5 novembre 2024

Investitori cauti nel giorno delle presidenziali USA. Milano perde lo 0,2%

Giornata tiepida per le Borse Europee, con gli investitori che hanno gli occhi puntati sul voto negli Usa e sulla riunione della Fed che si concluderà giovedì. 
In settimana ci sarà anche il meeting della Bank of England, mentre oggi la RBA australiana ha deciso di confermare il costo del denaro sui livelli massimi di 12 anni.

Il bilancio per gli investitori

Milano chiude in lieve calo, con il Ftse Mib a -0,20% (34.472 punti). Sulla stessa linea, depressa il FTSE Italia All-Share, che scambia sotto i livelli della vigilia a 36.487 punti.

L’indice Euro Stoxx 50 chiude in rialzo dello 0,4%. Riguardo al resto della zona euro, gli investitori si sono mossi con cautela. Sono moderatamente positive Francoforte +0,5%, Parigi +0,48%, Amsterdam +0,37% e Madrid +0,26%. Fuori dal blocco è in lieve calo Londra -0,13%.

Cosa è successo a Milano

A Piazza Affari gli investitori premiano Leonardo +3,72%, che si avvicina tonico alla trimestrale che presenterà giovedì. Ben intonata Banca Popolare di Sondrio (+2,7%)
Nell’industria svetta Interpump +1,81%, recupera Stm +1,56%.
In ribasso Telecom -1,12%, a seguito dei risultati di Tim Brasil. 
Crolla Ferrari (-7,1%), nonostante ricavi netti (4,94 miliardi, in crescita dell’11%) e utili in crescita nel terzo trimestre 2024. Hanno però deluso gli investitori i dati sulle consegne, appena 9 unità in più rispetto all’anno precedente.

Consiglio: meglio evitare di seguire una martingala strategia negli investimenti, quasi sempre sarà dannosa.

Gli altri mercati

Sul Forex, il dollaro va in calo dopo i sondaggi che vedono la Harris guadagnare terreno contro Trump. L’euro supera così la soglia di 1,09 contro il biglietto verde (si può fare anche trading con paypal broker).

Fra le materie prime, il petrolio Brent supera i 76 dollari al barile, ancora in scia al rinvio degli aumenti di produzione da parte dell’Opec+, con le tensioni in Medio Oriente sempre sullo sfondo. L’oro continua a muoversi intorno a 2.740 dollari l’oncia.
Sull’obbligazionario, lo spread Btp-Bund si riduce a 125 punti base, con il decennale italiano al 3,67% e il benchmark tedesco al 2,42%.

domenica 3 novembre 2024

Utili in caduta libera, Porsche fa inversione a U sull'elettrificazione

Gli ambiziosi programmi di elettrificazione si sono scontrati con la dura realtà, così il colosso delle auto di lusso Porsche ha deciso di fare una brusca inversione di marcia, annunciando l'intenzione di mantenere i veicoli a combustione ancora a lungo.

Bilancio: che disastro per gli utili

Gli effetti della svolta verso la transizione verde sul bilancio della società sono stati devastanti. Dopo aver lanciato un profit warning sul finire del mese di luglio, nei giorni scorsi Porsche ha annunciato che gli utili per i primi nove mesi sono crollati del 27%. Il margine operativo è sceso del 14% e le vendite del 5%.  

Numeri che testimoniano la crisi attuale che sta vivendo non soltanto Porsche, ma l'intero mercato dell'auto.

Situazione drammatica in Cina

Il marchio del lusso risente soprattutto della caduta libera delle vendite in Cina, che era il mercato in assoluto più redditizio. Le consegne nel paese del Dragone sono crollate di oltre il 30% in volume, toccando il livello più basso dell'ultimo decennio nello scorso trimestre. La quota di mercato di Porsche in Cina e scesa dal 24% al 18%.

È il fallimento delle strategie che sognavano di mantenere gli utili invariati, puntando sull'elettrificazione e sulla tenuta del redditizio Mercato Orientale.

Il cambio di rotta

Di fronte a questa situazione critica, il costruttore tedesco ha deciso di fare una virata clamorosa nella sua strategia, mantenendo i veicoli a combustione ancora a lungo e dando al cliente la possibilità di scegliere tra un motore esclusivamente elettrico oppure ibrido o a combustione.
Nel frattempo si continuerà anche a fare pressione sui politici europei affinché abbandonino il proposito di vietare la circolazione di veicoli a combustione nel 2035.

Taglio ai costi e al lavoro

L'inversione a U sull'elettrificazione sarà Inoltre affiancata anche da una sforbiciata decisa sul fronte dei costi. Come la filiale Volkswagen, anche la casa madre Porsche intende dare vita a un programma di austerità, i cui contenuti però non sono ancora noti. Ma di certo l'occupazione sarà una delle voci più interessate dai tagli.

lunedì 28 ottobre 2024

Mercato azionario in salita, Milano chiude con +0,69%

Le principali Borse europee chiudono la prima seduta della settimana all’insegna degli acquisti, anche grazie all'andamento positivo del mercato azionario Wall Street.

Sarà una settimana ricca di trimestrali e di appuntamenti macro (in uscita i dati sul lavoro e il core Pce negli Stati Uniti, mentre nel Vecchio Continente l’attenzione si focalizzerà sul Pil e l’inflazione dell’eurozona). Focus anche sulle trimestrali delle big tech, mentre cresce l'attesa per le elezioni presidenziali Usa.

Il bilancio del giorno sul mercato azionario

Va in rialzo Piazza Affari, con l'indice principale del mercato azionario (FTSE MIB) che termina a 35.016 punti (+0,69%), proseguendo la serie positiva iniziata giovedì scorso. Sulla stessa linea, aumenta il FTSE Italia All-Share, che si porta a 37.151 punti. Poco sopra la parità il FTSE Italia Mid Cap (+0,51%) e il FTSE Italia Star (+0,61%). 

Per quanto riguarda i listini principali del Vecchio Continente: salgono il Dax tedesco (+0,4%), il Cac40 francese (+0,8%) e l’Ibex35 spagnolo (+0,9%). Bene anche Londra +0,49%.

I numeri di Milano

Il controvalore degli scambi sul mercato azionario milanese è stato pari a 2,31 miliardi di euro, in rialzo rispetto a venerdì. I volumi scambiati si sono attestati a 0,38 miliardi di azioni, rispetto ai 0,41 miliardi precedenti.
Tra i titoli più importanti spicca il balzo di DiaSorin (+2,50%), dove si concretizza un incrocio medie mobili 50 e 200. Avanzano anche Banca Popolare di Sondrio (+2,11%), Banco BPM (+1,71%) e Fineco (+1,70%). Le vendite si sono abbattute su Iveco, -2,74%. Scivola anche ENI, -1,62%, così come in generale i titoli energetici.

Gli altri mercati

Sul fronte valutario, il cambio euro/dollaro scambia a 1,0825 e il dollaro/yen risale a 153,3 yen per dollaro, dopo che la coalizione di governo giapponese ha perso la maggioranza in parlamento (molti ne hanno approfittato per adottare una strategia scalping 1 5 minuto).

Fra le materie prime, profondo rosso per il petrolio dopo che gli attacchi di Israele contro l’Iran ha colpito solo obiettivi militari e non strutture petrolifere. Si raffredda l’appetito per l’oro, che si mantiene comunque su livelli molto alti, che si attesta a 2.744 dollari l’oncia.
Sull’obbligazionario, lo spread Btp-Bund si attesta a 120 punti base, con il decennale italiano in rialzo al 3,49% e il benchmark tedesco al 2,28%.

giovedì 24 ottobre 2024

Reddito di cittadinanza, dato shock dal Brasile: un terzo se ne va in scommesse

Una misura di sostegno che in Italia fa ancora discutere è il reddito di cittadinanza. Questo sussidio non è una prerogativa italiana, e in altri paesi affonda addirittura le radici in un passato per nulla recente. Ma con delle conseguenze molto insidiose...

Il Brasile e il reddito di cittadinanza

Nel lontano 2003 il presidente del Brasile Ignacio Lula Da Silva istituì in Brasile la Bolsa Familia, una misura pressoché identica al reddito di cittadinanza come lo conosciamo oggi. Durante la presidenza Bolsonaro questa misura di sostegno venne abolita, ma con il recente ritorno di Lula al timone del Brasile è stata nuovamente ripristinata.

Nel paese sudamericano i beneficiari del reddito di cittadinanza sono circa 20 milioni di persone, ossia un cittadino su 10. Questo dato già fa capire il grado di povertà in cui si trova gran parte del Paese, dove il numero dei senza-tetto è cresciuto di dieci volte negli ultimi anni.
Secondo l'ONU, in Brasile ci sono 16 milioni di persone che vivono in uno stato di insicurezza alimentare grave. Sotto questo punto di vista, il reddito di cittadinanza è una misura utilissima per alleviare la povertà estrema di milioni di brasiliani.

Il dato shock sull'utilizzo dei fondi a sussidio

La spesa sostenuta dal governo per corrispondere mensilmente il reddito di cittadinanza è circa 14 miliardi di reais, equivalenti a circa 2,3 miliardi di euro. È tanto, ma se serve a contrastare la povertà va benissimo.
Nulla di strano fin qui, se non fosse per l'incredibile dato che è emerso da un'indagine della banca centrale: il 30% del sussidio viene speso in scommesse sportive.

Un fenomeno che indigna e preoccupa

Secondo la Banca Centrale del Brasile, negli ultimi mesi in media circa 3 miliardi di reais erogati tramite il reddito di cittadinanza sono stati spesi in scommesse sportive. Si tratta di un quinto rispetto alla spesa totale. Sempre secondo l'indagine della banca centrale, 5 milioni di percettori (un quarto del totale), ha effettuato scommesse sportive con le somme percepite in sussidio. Cosa ancora più grave, il 70% di questi è padre di famiglia.

È chiaro che questi dati hanno suscitato una forte indignazione, non solo per il modo in cui sono stati spesi fondi che servivano a tutt'altro, ma anche perché testimonia la preoccupante crescita del fenomeno delle scommesse sportive, in particolare sul calcio, che rischia di avere effetti sociali devastanti.

domenica 20 ottobre 2024

Mercati finanziari, focus sulle trimestrali e sulla Bank of Canada

Dati macro, trimestrali Usa e alcune decisioni sui tassi da parte delle banche centrali, saranno i piatti forti della settimana per i mercati finanziari.

L'America e i mercati finanziari

Negli USA sono attesi le stime flash per l’S&P Global PMI, che forniranno alcune indicazioni sull'andamento del settore privato. Inoltre, sarà interessante seguire le vendite di case esistenti e nuove, i dati finali sul sentimento dei consumatori del Michigan.

Lo stato di salute dell'economia americana è importante per valutare le prossime mosse della FED, che sembra più orientata ad un approccio cauto sui tassi di interesse, dopo il maxi-taglio di settembre. Questo del resto ha spinto il dollaro sui massimi di due mesi (fonte Pocket Option Italia).
Sempre dagli USA arriveranno altre trimestrali societarie. In calendario i dati di Tesla, Coca Cola, 3M, General Motors e Verizon.

Dati macro per l'Europa

Nel vecchio continente ci sarà una bella sfilza di dati macro. Le stime flash PMI offriranno informazioni chiave sulla performance economica di ottobre (è probabile una contrazione del settore manifatturiero e una modesta accelerazione del settore dei servizi). Tuttavia, si prevede che la fiducia dei consumatori nell’area euro migliorerà, raggiungendo il livello più alto da febbraio 2022.
Nel Regno Unito si prevede una crescita più debole sia nel settore manifatturiero che nei servizi.

La Bank of Canada decide sui tassi

Un altro appuntamento interessante per i mercati finanziari sarà la riunione della Banca del Canada. Si prevede che la BoC ridurrà i costi di finanziamento di 50 punti base. Sarebbe il quarto taglio consecutivo dei tassi, poiché l’inflazione in Canada è scesa al di sotto dell’obiettivo del 2% per la prima volta in oltre tre anni all’1,6% a settembre.

NB. Le riunioni di politica monetaria sono sempre un'insidia per i mercati finanziari, perché possono innescare fenomeni di slippage Forex.

In Asia e Australia

Dalla Cina si attende un taglio dei tassi da parte della Banca Popolare, per favorire la trasmissione delle recenti misure di stimolo monetario, mentre il Ministero del Commercio dovrebbe rilasciare nuovi flussi di IDE. In Giappone, gli investitori attendono l’IPC di ottobre di Tokyo come indicatore anticipatore del percorso politico della BoJ.

mercoledì 16 ottobre 2024

Obbligazioni green, in Europa è record nei primi 9 mesi del 2024

Continuano a crescere in Europa le emissioni di obbligazioni green degli Stati. Secondo l'ultimo report, nei primi nove mesi del 2024 il volume totale ha raggiunto i 53 miliardi di euro, superando di circa il 20% il risultato dello scorso anno.

I numeri europei su questo tipo di obbligazioni

Questa tendenza in aumento va avanti da un bel po' di tempo, e si stima che alla fine di quest'anno le obbligazioni sovrane green avranno raggiunto un volume di emissioni di circa 80 miliardi di euro, malgrado nell'ultimo anno ci sia stato un leggero calo del greenium (il premio delle obbligazioni verdi rispetto a quelle tradizionali).

La maggior parte di esse ha una scadenza a lungo termine (ossia oltre 10 anni), che resta il segmento preferito visto che quasi il 70% di tutti i green bond emessi hanno questa caratteristica.

Germania in testa

Il Paese che più di tutti spinge con forza sulle obbligazioni sovrane ESG è la Germania, che resta saldamente il Paese con le emissioni di titoli maggiori. Nei primi nove mesi di quest'anno il volume delle obbligazioni verdi in circolazione è cresciuto di 17,5 miliardi di euro, arrivando ad un totale che supera i 73 miliardi di euro.
Al secondo posto - a breve distanza - si colloca la Francia.

L'europa e il resto del mondo

Il vecchio continente rimane la regione geografica nettamente più importante per il mercato globale delle obbligazioni sovrane ESG, anche se si registra una forte avanzata dei paesi dell'Asia/Pacifico, che sta facendo un bel po' di concorrenza all'Europa. In special modo va evidenziato il forte trend che c'è in Giappone, tanto che lo yen giapponese è diventato una valuta importante per le emissioni sovrane ESG.

A livello globale l'emissione di obbligazioni sovrane ESG è cresciuta nell'ultimo anno per circa 92 miliardi di dollari, ossia 17 miliardi di emissioni in più rispetto al 2023. La quota di obbligazioni verdi è attualmente al 73%. Nell’insieme, si prevede un aumento piuttosto incisivo pari a 101 miliardi di dollari, rispetto al 2023.

mercoledì 9 ottobre 2024

Investitori ancora prudenti, ma in vena di compere. Milano in rialzo come il resto d'Europa

Finale positivo per le borse europee, che in una giornata priva di grandi spunti macro viaggiano in progresso anche grazie alla buona verve di Wall Street. Gli investitori aspettano soprattutto di conoscere i dati macro sull'inflazione americana, in uscita giovedì, e per l'avvio della stagione delle trimestrali.

La giornata degli investitori

A Piazza Affari l’indice Ftse Mib archivia la seduta in progresso dello 0,54% a 33.917,53 punti. Sulla stessa linea, il FTSE Italia All-Share fa un piccolo salto in avanti dello 0,58%, portandosi a 36.081 punti. Guadagni frazionali per il FTSE Italia Mid Cap (+0,52%); come pure, in moderato rialzo il FTSE Italia Star (+0,45%).

Nel resto d'Europa, il DAX di Francoforte (+0,99%), Parigi +0,52% e il FTSE100 di Londra +0,65%. Più cauta Madrid (+0,07%).

I numeri di Piazza Affari

Il controvalore degli scambi da parte degli investitori a Piazza Affari è stato pari a 1,88 miliardi di euro, in calo rispetto ai 2,12 miliardi della vigilia. Salgono leggermente i volumi scambiati, che passano da 0,39 miliardi di azioni della seduta precedente a 0,43 miliardi.

Sul paniere principale di Piazza Affari, gli investitori premiano soprattutto Stellantis (+1,9%) grazie alle indiscrezioni su un possibile via libera del governo alla cessione della maggioranza di Comau. Avanzano anche Stmicroelectronics e Pirelli (se volete negoziare questi titoli, per fare la loro analisti tecnica imparate a tracciare supporti e resistenze).
Al contrario, i peggiori del listino sono Amplifon e Diasorin.

Gli altri mercati

Sul Forex, il cambio euro/dollaro in calo a 1,095. In generale il biglietto verde si rafforza a un massimo di due mesi contro le altre valute più scambiate, con il mercato che s’interroga sulle decisioni di politica monetaria che la Fed prenderà nei prossimi mesi. 

Sull’obbligazionario, lo spread Btp-Bund resta in prossimità dei 130 punti base, con il decennale italiano al 3,54% e il benchmark tedesco al 2,25%.
Fra le materie prime, il petrolio Brent ritraccia a 76,5 dollari al barile, mentre l’oro si attesta a 2.614 dollari l’oncia.

martedì 8 ottobre 2024

Industria dell'auto sempre più in difficoltà, quella europea è in ginocchio

Il settore dell'automotive in Europa continua ad essere afflitto da problemi enormi, che colpiscono indistintamente tutti gli operatori del settore. Nel giro di pochi giorni l'industria dell'auto Europea ha incassato una revisione al ribasso delle stime per il 2024 prima di BMW, poi di Volkswagen e infine di Stellantis.
Questo fornisce un quadro complessivo di quanto sia grave la situazione (non a caso hanno cominciato a circolare di nuovo dei rumors su possibili fusioni tra aziende, ad esempio Stellantis e Renault).

Cosa succede all'industria dell'auto

Le difficoltà che hanno colpito l'industria dell'auto Europea hanno origine dalla transizione verso i motori elettrici. La forte concorrenza dei marchi cinesi e il dominio assoluto della statunitense Tesla hanno ridimensionato il ruolo dei grandi marchi europei dell'auto all'interno del panorama internazionale. 

Malgrado le tariffe imposte dall'Unione Europea sui veicoli elettrici che giungono da Pechino e dintorni, la situazione non è affatto migliorata.

Lo scenario

Attualmente il panorama dell'Industria dell'auto è decisamente desolante. Le vendite continuano ad essere in calo, perché non solo c'è la concorrenza agguerrita dei rivali extraeuropei, ma anche perché stanno cambiando le abitudini dei clienti

La richiesta di veicoli elettrici è diventata particolarmente debole dopo la fine degli incentivi statali, visto che i prezzi di queste auto rimangono inaccessibili per molti. Questo mix sta avendo effetti devastanti su molte imprese, e di conseguenza prospetta cali occupazionali molto forti lungo tutta la filiera.

Il peso dell'automotive in Europa

Dobbiamo ricordare che parliamo di un settore che contribuisce in modo importante al prodotto interno dell'Europa, circa 460 miliardi di euro.
Anche sotto il profilo occupazionale, il ruolo dell'Industria dell'auto è importante, dal momento che impiega circa 4 milioni di lavoratori. Per questo motivo hanno fatto scalpore i tagli annunciati soprattutto da Volkswagen, che alla fine di settembre ha messo in conto la possibilità di chiudere un suo stabilimento per la prima volta in quasi 90 anni di storia.

mercoledì 2 ottobre 2024

Investitori cauti, le Borse europee chiudono poco mosse

Le preoccupazioni sull'escalation di tensione in Medioriente continua ad appesantire l'umore delle Borse e degli investitori. L'Europa chiude così un'altra seduta debole.

Per quanto riguarda i dati macro, il rapporto americano sull’occupazione nel settore privato ha evidenziato a settembre 143 mila nuovi impieghi. Adesso l'attenzione è sul job report con i Nonfarm Payrolls e il tasso di disoccupazione, in uscita venerdì.
In Europa intanto il tasso di disoccupazione è rimasto stabile sui minimi al 6,4%.

La giornata del mercato azionario

La Borsa di Milano chiude in calo dello 0,28%, con l'indice Ftse Mib a 33.675 punti. Sulla stessa linea, in lieve calo il FTSE Italia All-Share, che archivia la giornata sotto la parità a 35.822 punti. In lieve ribasso il FTSE Italia Mid Cap (-0,24%); poco sopra la parità il FTSE Italia Star (+0,21%).

Anche nel resto d'Europa gli investitori sono nervosi. Chiudono contrastati il Dax tedesco (-0,2%), il Cac40 francese (+0,1%) e l’Ibex35 spagnolo (-0,6%). Piccolo rialzo per Londra.

I numeri di Piazza Affari

A Milano il controvalore degli scambi da parte degli investitori risulta essere stato pari a 2,26 miliardi di euro, in deciso ribasso (-26,45%) rispetto a ieri. I volumi scambiati sono passati da 0,56 miliardi di azioni della seduta precedente a 0,48 miliardi.

Sul listino principale avanzano anche oggi i titoli della difesa e i petroliferi: Leonardo (+3,6%), Saipem (+1,6%) ed Eni (+1,6%). Chi adotta tecniche di trading intraday sta sfruttando la situazione geopolitica per puntare su difesa e energetici.
Male invece Iveco (-2,7%), Pirelli (-2,4%) e Recordati (-2,3%).

Gli altri mercati

Sul mercato valutario continua a scendere il cambio euro/dollaro, che resta sotto 1,10. Perde decisamente quota lo yen, dopo le dichiarazioni del premier giapponese che allontanano un rialzo dei tassi (situazione ideale per chi sa come fare scalping Forex).

I timori per le forniture in Medio Oriente spingono anche oggi il prezzo del petrolio, anche se l’Opec+ ha confermato i piani per ripristinare parte della produzione da dicembre. L’oro scivola nuovamente a 2.645 dollari l’oncia dopo i guadagni di ieri innescati dal flight to quality.
In rialzo i rendimenti delle obbligazioni. Lo spread Btp-Bund è stabile a 133 punti base.

lunedì 30 settembre 2024

Costo della casa, l'Italia viaggia in controtendenza rispetto all'Europa

Mentre in tutta Europa si sta assistendo ad una progressiva diminuzione del costo della casa, in Italia viaggiamo sul binario opposto perché nel primo trimestre di quest'anno c'è stata una crescita del 1,7%.

Cosa si intende per costo della casa

Bisogna precisare innanzitutto che quando parliamo di costo della casa non ci riferiamo soltanto al prezzo necessario per acquistarla, ma ad un indicatore più complesso per via del fatto che vengono presi in considerazione anche altri parametri. Ad esempio, quanta parte del reddito di una famiglia finisce per essere utilizzata per la propria abitazione.

Si scopre così che la media Europea si attesta al 15%, mentre il popolo che spende di più per la propria casa è quello finlandese, che gli destina il 24% delle proprie entrate. Sul gradino più basso della classifica ci sono i polacchi, che per la casa spendono soltanto il 6% delle loro entrate.

L'Italia cambia rotta

Nel nostro paese l'ultimo decennio è stato caratterizzato da un costo della casa generalmente più basso rispetto alla media Europea. Tuttavia le cose sono cambiate in tempi più recenti. Il primo trimestre di quest'anno ad esempio c'è stata una crescita del 1,7%, mentre nella Eurozona c'è stato un calo dello 0,4%.

L'andamento calante d'Europa

Va sottolineato che questo andamento calante è diffuso nella maggior parte dei paesi europei. A cominciare dalla Germania, considerata la locomotiva economica d'Europa. Il costo della casa lì è repentinamente crollato del 6,6% nel corso del primo trimestre di quest'anno. Un calo notevole l'ha avuto anche la Francia, -4,8%. Anche il ricchissimo Lussemburgo ha avuto un calo notevole, addirittura -10,9%.

Ci sono diverse ragioni per cui il costo della casa sta scendendo in Europa, ma principalmente questo è ascrivibile all'aumento dei tassi di interesse degli ultimi anni da parte della BCE. Il lungo periodo di tassi di interesse elevati ha reso i mutui più costosi e meno accessibili per i compratori di casa, con conseguente riduzione della domanda di abitazione. Proprio per questo il recente avvio dei tagli dei tassi da parte della BCE potrebbe far cambiare le cose velocemente sul mercato.

martedì 24 settembre 2024

Mercato azionario, avvio di settimana senza slancio

Giornata a tinte miste per le borse europee, dopo la pubblicazione degli indici Pmi di settembre. Il mercato azionario viaggia con prudenza perché si interroga su quali saranno le prossime mosse delle banche centrali, e intanto digeriscono i dati PMI che evidenziano un rallentamento dell'economia UE.

La giornata del mercato azionario

L’indice Ftse Mib archivia la seduta in calo dello 0,2% a 33.679 punti. Sulla stessa linea, si è mosso al ribasso il FTSE Italia All-Share, che ha perso lo 0,21%, chiudendo a 35.807 punti. Pressoché invariato il FTSE Italia Mid Cap (+0,05%); con analoga direzione, sui livelli della vigilia il FTSE Italia Star (-0,02%).

Nel resto d'Europa il mercato azionario è prevalentemente positivo. Guadagni per il Dax tedesco (+0,6%) e l’Ibex35 spagnolo (+0,45%). Avanza anche Londra, +0,36% mentre è piatta Parigi.

I numeri di Milano

Alla chiusura della Borsa di Milano, il controvalore degli scambi sul mercato azionario è stato pari a 2,28 miliardi di euro, in ribasso (-51,8%) rispetto alla seduta precedente. I volumi scambiati sono passati da 1,06 miliardi di azioni della seduta precedente a 0,44 miliardi.
A brillare sull'indice milanese sono i titoli dell'auto: Ferrari (+2,4%) e Stellantis (+2,3%) sono in vetta.

Sul mercato azionario milanese crescono anche le utility: Hera, +1,69%, Snam +1,66%, Enel +1%, premiate oggi dai segnali trading gratis in tempo reale.
Le nuove ipotesi di una tassa sugli extraprofitti penalizza le banche, in particolare Unicredit (-3,3%) e Banco Bpm (-2,6%). In discesa anche Intesa -1,88%, Pop di Sondrio -2,02%, Mps -1,47%, Bper -1,56%.

Gli altri mercati

Sul mercato valutario, la stagnazione alle porte della zona euro pesa sulla moneta unica che perde terreno contro il dollaro, per un cambio al momento di 1,113. Anche le valute più volatili forex cedono un po' di terreno rispetto al biglietto verde. Tra le materie prime, il petrolio è in lieve ribasso dopo i guadagni della scorsa ottava. L’oro viaggia in area 2.630 dollari l’oncia.
Sull’obbligazionario, lo Spread Btp/Bund rimane stabile in area 135 bp, con il decennale italiano al 3,52% e il benchmark tedesco al 2,17%.

giovedì 19 settembre 2024

Stipendi, la parità tra uomo e donna resta ancora un'utopia

Mercoledì 18 settembre è stata celebrata a livello internazionale la giornata della parità retributiva. Si tratta di una giornata istituita dall'ONU del 2019, per sensibilizzare il mondo sul tema del divario tra gli stipendi maschili e quelli femminili (gender pay gap).

Il divario tra gli stipendi in Europa

In base ai dati forniti da Eurostat, la differenza tra gli stipendi medi lordi su base oraria tra maschi e femmine in Europa è risultata pari al 12,7% (dati del 2022), che sostanzialmente rappresenta la percentuale di guadagno in meno ogni ora lavorata dalle donne rispetto ai colleghi maschi.

Va detto che all'interno dell'Unione Europea il dato segue un andamento molto eterogeneo. Il paese con il gender pay gap più elevato è stata l'Estonia, come una percentuale del 21,3%. Alle spalle di questo non ci sono gli austriaci con il 18,4%, poi i nostri vicini svizzeri con il 17,9% (al pari della Repubblica Ceca). La Germania si colloca un passo più sotto, con il 17,7%. Un altro importante paese che ha un gender pay gap superiore alla media europea è la Francia, con 13,2%. L'Italia si colloca sotto la media, con un gap inferiore al 5%. Il paese più virtuoso è però Lussemburgo dove addirittura c'è un gender pay gap negativo dello 0,7%. Significa che le donne guadagnano più degli uomini.

Da cosa dipende questa differenza

Il gender pay gap è frutto di diversi fattori, tra cui spiccano l'accesso a posizioni lavorative di rilievo maggiore, differenza di carriera e ostacoli nel raggiungere incarichi di vertice nelle aziende, oltre alla difficoltà di conciliare maternità e lavoro.

Analisi delle situazioni

Analizzando più a fondo i dati forniti da Eurostat, emerge che il divario retributivo ha una valore più basso tra i giovani lavoratori mentre tende ad ampliarsi al crescere dell'età dei dipendenti. La ragione di tutto ciò e che le donne trovano molti più ostacoli nel proseguire la loro carriera ed avanzare nella stessa. 

Un altro dato interessante è che il divario tra gli stipendi e più elevato nel settore privato che in quello pubblico. Probabilmente ciò dipende dal fatto che, nella maggior parte dei paesi europei, le retribuzioni in questo ambito sono determinate in base a griglie salariali trasparenti che si applicano a prescindere dal genere.

domenica 15 settembre 2024

Investitori, riflettori puntati sulla Federal Reserve

Durante questa settimana, finalmente scopriremo di quanto la Federal Reserve taglierà i tassi di interesse. Il meeting della banca centrale americana sarà senza dubbio l'appuntamento più atteso dagli investitori.

USA nel mirino degli investitori

Nelle ultime settimane si sono rincorse diverse speculazioni sulle mosse della FED. Al momento la maggior parte degli investitori pensa che si limiterà a un taglio di 25 punti base, ma molti pensano che potrebbe essere anche più aggressiva e fare un taglio da 50 pb.

Ad ogni modo, sarà la prima sforbiciata da marzo 2020, e questo inciderà sull'andamento del dollaro (specie se il taglio sarà di 50pb), che nelle ultime settimane si è indebolito dopo essere uscito da una broadening formation (megafono).
La banca centrale fornirà anche proiezioni economiche aggiornate, con gli operatori che si aspettano un intero punto percentuale di allentamento quest’anno.

Europa e Regno Unito

Dopo la riunione della BCE, che ha tagliato i tassi di 25 punti base, per l'Eurozona sarà una settimana più tranquilla. Uno dei dati clou è l’indicatore ZEW del sentiment economico tedesco, che potrebbe scendere al minimo di otto mesi.

In calendario ci sono altri meeting di politica monetaria. Su tutti spicca quello della Bank of England. Si prevede che manterrà i suoi attuali tassi di interesse, dopo il taglio di 25 punti base del mese scorso. Ma la decisione potrebbe essere influenzata dai dati sull’inflazione, previsti per mercoledì, appena un giorno prima dell’annuncio politico della banca centrale.
Ovviamente in quei due giorni ci sarà da aspettarsi un po' di volatilità sulla sterlina, che è salita sopra 1,31 dollari di recente, con una candela spinning top settimanale.

Eventi di interesse nel resto del mondo

Sempre sul fronte della politica monetaria, si prevede che Turchia e Norvegia manterranno invariati i loro tassi di interesse. E potrebbe fare lo stesso anche la Banca del Giappone, con la maggior parte degli investitori che vedranno un altro aumento solo a dicembre o gennaio.
Sempre in Asia, e precisamente in Cina, i mercati rimarranno chiusi lunedì e martedì per il Festival di Metà Autunno. Venerdì la Banca popolare cinese pubblicherà la correzione mensile dei principali tassi di prestito.

mercoledì 11 settembre 2024

Industria, ancora in calo il dato sulla produzione. Malissimo auto e tessile

La situazione dell'industria italiana non procede come sperato. Lo certifica Istat, pubblicando i dati sulla produzione industriale nel nostro Paese, che evidenziano l'esistenza di difficoltà ancora difficili da sperare.

I dati sulla nostra industria

In base al report dell'istituto di statistica, a luglio c'è stato un calo dello 0,9% rispetto al mese precedente. Su base annua invece la discesa è del 3,3%, che rappresenta il 18esimo dato di flessione consecutiva. Per trovare un segno più bisogna risalire al gennaio del 2023 (+ 2,6%).

Se guardiamo i primi 7 mesi di quest'anno, l'industria italiana ha segnato un calo della produzione pari al 3,2% rispetto allo stesso periodo del 2023.
Questo andamento debole riguarda un po' tutta l'industria manifatturiera, visto che tutti quanti i settori sono in rosso, ad eccezione di quello dell’energia, che invece sale di 1,5%.

Situazione shock per auto e tessile

Chi invece se la passa malissimo è il settore automobilistico, dove la produzione cala su base annua del 35%. Sulle industrie del settore si avverte il peso delle casse integrazioni di Stellantis, oltre che di una domanda debole.
Malissimo anche il tessile-abbigliamento, che cede il -18% in termini di produzione a causa del calo negli acquisti. Fra le realtà produttive che hanno accusato il colpo c’è, in particolare, il distretto della pelle di Firenze.

La meccanica, principale comparto manifatturiero italiano, segna un meno 4,3%. Altri settori in grave difficoltà sono legno-carta, impianti, metallurgia, gomma-plastica, farmaceutica e trasporti. Sui sette mesi, si salvano industria chimica (+ 3,9%), alimentare (+ 2,5%) ed elettronica (+ 1,2%).

Il quadro secondo Istat

Analizzando questi dati, Istat evidenzia come l’economia italiana stia mostrando segnali fiacchi, ma comunque di crescita moderata. Merito dei passi indietro fatti dall’inflazione e dalle condizioni ancora solide del mercato del lavoro. Nel complesso, le prospettive per i prossimi mesi sono stabili, ma caratterizzate da una significativa incertezza dovuta soprattutto alle persistenti tensioni geopolitiche in varie aree strategiche, come Ucraina e Medio Oriente.

giovedì 5 settembre 2024

Valute digitali, settembre è iniziato con il piede sbagliato

Per com'è iniziato, il mese di settembre si candida ancora una volta ad essere avaro di soddisfazioni per i possessori di valute digitali. Il bilancio di questi primi giorni di negoziazione infatti è negativo, come tradizionalmente succede durante questo mese.

Il panorama attuale delle valute digitali

Se consideriamo questi primi giorni del mese, le prime 20 valute digitali per capitalizzazione di mercato sono quasi tutte in rosso. A cominciare da Bitcoin, che non riesce a risollevarsi oltre la soglia dei 60mila dollari.

Va detto però che la fiacchezza è cominciata già da un paio di settimane, durante le quali gli indicatori di trend following facevano intendere che le cose non stavano viaggiando bene. L'ultima di agosto infatti è stata decisamente negativa, con Bitcoin che perse il 10%.

I driver del mercato

Il fattore scatenante della recente caduta è la marcia indietro degli ETF spot su Bitcoin. Nell'ultima settimana di agosto si sono infatti registrati deflussi per quasi 300 milioni di dollari, evidenziando un netto calo del sentiment del mercato.

Ma anche altri fattori ribassisti hanno penalizzato le valute digitali. Ad esempio il deposito di una grande quantità di BTC su Binance da parte di una "balena", e anche lo scivolone del colosso tecnologico Nvidia a Wall Street.
E poi ci sono le incertezze legate alla politica monetaria degli USA. I tagli ai tassi di interesse sono un fattore positivo perle valute digitali (e gli asset rischiosi in genere), ma l'incertezza riguardo i tempi e l'entità dei tagli (a causa di dati macro molto ondivaghi) crea nervosismo sul mercato.

Il prezzo

Ecco perché Bitcoin continua a viaggiare a ritmo lento, scivolando sotto i 60mila dollari. Nel momento in cui scriviamo il prezzo è addirittura sotto la soglia dei 57mila dollari e si intravede un doppio minimo trading analisi tecnica.
Non che alle altre valute digitali stia andando meglio. Ethereum, ad esempio, ha perso un quinto del valore ad agosto, precipitando a 2400 dollari.

martedì 3 settembre 2024

Costo dei mutui, finalmente arrivano buone notizie

L'inizio del ciclo di tagli ai tassi di interesse da parte delle banche centrali avrà effetti positivi sul costo dei mutui, che negli ultimi anni erano finiti fuori controllo. Ci saranno infatti dei risparmi importanti sia sul tasso variabile che su quello fisso.

L'analisi sul costo dei mutui

Una stima sul risparmio che potranno ottenere i proprietari di casa acquistata con un finanziamento e chi intende comprarne una nel prossimo futuro sono stati calcolati dal portale Facile.it. Anche se lo scenario è in divenire, e potrebbe cambiare a seconda del ritmo con cui la BCE deciderà di tagliare i tassi di interesse, comunque si può fare qualche ipotesi.

Quanto scenderanno le rate dei mutui

Il risparmio medio per chi ha contratto mutuo a tasso variabile dovrebbe essere di circa 18 euro al mese, ossia circa 220 ogni anno. Il trend ribassista evidenziato dal tasso Euribor, che è il parametro finanziario per i mutui immobiliari, è una notizia incoraggiante. La rata del mutuo potrebbe infatti diventare meno costosa già da settembre per circa 12 euro. Ma la sforbiciata maggiore al costo dei mutui arriverà dopo che la BCE avrà tagliato ulteriormente i tassi, arrivando a circa 20 euro al mese.

Si potrebbe così giungere a 600 euro di risparmi su base annua per un mutuo medio variabile da 126.000 euro, con la scadenza di 25 anni e sottoscritto all'inizio del 2022. In questo caso la rata potrebbe scivolare anche sotto ai 650 euro entro giugno del prossimo anno. Certo siamo sempre oltre la cifra che si pagava per un prodotto analogo tre anni fa (456 euro al mese) ma comunque è un dato molto positivo.

Benefici anche per il tasso fisso

Un miglioramento dell'offerta riguarda anche i prestiti immobiliari a tasso fisso. In special modo sono più favorevoli quelli cosiddetti green, ossia per i mobili efficienti dal punto di vista energetico. Infatti il costo di questi mutui risente positivamente non solo del taglio dei tassi ma anche del calo degli indici IRS avvenuto ad agosto.